COMUNICAZIONE DIGITALE: LE ATTESE PER IL 2020
Più informazione, empatica, personalizzata ed ‘esperienziale’: sono queste le richieste emergenti del consumatore per l’anno 2020.
Trend cui i marchi, comprese le aziende farmaceutiche che fanno comunicazione digitale dovrebbero attenersi: una strategia vincente per fidelizzare i propri clienti, utenti o pazienti.
Protagonista della propria salute. Non più passivi e ‘asettici’, gli utenti specie in ambito di salute intendono partecipare attivamente alla gestione del proprio benessere, creando un rapporto di alleanza (non solo terapeutica) con il brand e il prodotto di elezione.
Lo conferma anche una recente indagine secondo cui il 63% del pubblico globale desidera essere più emotivamente coinvolto in tutto quanto concerne la salute individuale, a vantaggio di un ‘contatto’ migliore e più duraturo con il proprio brand: una opinione condivisa anche dal 73% degli utenti fra 13 e 49 anni. E i marchi hanno efficacemente percepito questa tendenza che hanno concretizzato impostando una comunicazione di prodotto con opzioni di scelta più ampie e messaggi ad hoc su misura della propria utenza.
Guardando un’esperienza on demand perfetta, WeChat è l’app di messaggistica più popolare in Cina con le sue funzionalità di pagamento aggiunte e le funzionalità da online a offline, è irreale ciò che puoi realizzare e non devi mai uscire dall’app.
Sempre più esigente verso una corretta informazione che sia anche ‘esperienziale’, personale e creativa. In cui cioè si possano fondere l’esperienza cosiddetta IRL “In Real Life”, di vita reale, con il supporto digitale: un processo interattivo da cui anche il brand potrà uscirne più umanizzato e in grado di instaurare con il consumatore/utente/cliente/ paziente una “connessione” altamente personale.
Senza tuttavia dimenticare l’intelligenza artificiale. Sebbene essa sia stata poco più che una parola d’ordine per molti marketer, colpirà il mainstream nel 2020 e inizierà a essere incorporata nella vita quotidiana per la maggior parte degli utenti, se non per tutti. Insomma anche Big Data, Mobile Health, Patient Education, Internet of Things, Automation e Intelligenza Artificiale, arricchiranno il valore ‘esperienziale’ diventando asset strategici e investimenti prioritari per l’industria farmaceutica negli anni a venire.
Un plus valore. Il marketing esperienziale fa cassa di risonanza anche per il marketing dei contenuti, stante che il 98% dei consumatori/utenti crea e condivide contenuti, opinioni, esperienze su piattaforme e strumenti social già nel corso di eventi. Il marchio viene così efficacemente promosso a un pubblico targetizzato in tutte le fasi del percorso di comunicazione: dalla pianificazione pre-evento al coinvolgimento e alla sensibilizzazione post-evento.
Engagement del consumatore. È questa la chiave che può fare la differenza soprattutto in ambito di digital marketing farmaceutico sia nei confronti di chi deve essere fidelizzato all’acquisto, come il consumatore o di chi deve prescrivere uno specifico prodotto, come il medico.
Insomma, in entrambi i casi occorre ‘invitare’ l’utente tipo verso il marchio di interesse, stante che oggi l’offerta commerciale di buoni prodotti è ampia e di qualità. Con questa intenzione è nata BRANDSUITE, la prima piattaforma di marketing farmaceutico in grado di promuovere e supportare il duplice obiettivo: creare engagement con il consumatore da un lato e dare più valore al prodotto dall’altro, in un’ottica di relazione duratura fra il brand e il cliente/consumatore, fuori o dentro la farmacia.
BRANDSUITE. Una piattaforma che (in)forma: è il plus di questo strumento innovativo che permette all’utente di fare una vera e propria “esperienza educativa” gestendo e monitorando in maniera diretta la propria salute. Infatti BRANDSUITE, che combina tecnologia e servizi in un programma di disease management, consente al consumatore/utente, di prendere decisioni preziose per la sua salute in maniera più consapevole e motivata, con ricadute positive anche sulla percezione del prodotto.
Ovvero la piattaforma digitale permette all’utente di ‘sperimentare’ quattro obiettivi chiave per la salute: prendere più consapevolezza della propria problematica; autovalutare l’andamento dei sintomi e la qualità di vita conseguente e/o raggiunta; raccogliere benefici consigli di un coach virtuale o reale; acquisire un maggiore e miglior benessere al termine del percorso.
Obiettivi che rendono la persona più ‘attiva’ nei riguardi della propria salute, facendo alleanza con il brand che significano nel concreto migliore aderenza terapeutica verso il prodotto e una ricaduta positiva sull’immagine del brand stesso. Infatti la maggior aderenza alla cura si compone di più fattori: una attenta informazione al paziente, la partecipazione dei caregiver (laddove presente), il rispetto del protocollo di cura. Un aspetto, quello dell’aderenza (o compliance terapeutica) da non sottovalutare stante che è acclarato, anche in letteratura, che la mancata aderenza al trattamento con percentuali superiori al 50% in caso di patologie croniche, rappresenta la causa principale di inefficacia delle terapie: un dato allarmante che impatta sulla salute dei pazienti, sulla qualità della vita socio-relazionale, privata e lavorativa, e sui costi dell’intero Sistema Sanitario Nazionale.
Edutainment e comunicazione healthcare. La relazione tra le due istanze è perfetta e in grado di soddisfare le nuove richieste dell’utenza la quale non più appagata soltanto di conoscere i benefit del prodotto – un farmaco, un integratore alimentare, un otc o altro – o i meccanismi di un principio attivo, intende anche sapere come può raggiungere un determinato risultato e ottimizzare il proprio ‘percorso salute’. Risposte che, spesso, l’utenza cerca nella rete, la moderna agorà ovvero la piazza virtuale di informazione in cui ci si confronta, si scambiano opinioni, si ‘catturano’ dati e conoscenze. Tra i mezzi previlegiati di comunicazione e interscambio virtuale ci sono diversi diversi bit: blog personali, siti istituzionali, chat, social network. Da cui l’importanza non solo di veicolare e governare in modo democratico e autorevole il processo di (tras)formazione digitale, specie nell’area della salute ma anche di garantire ai cittadini e ai naviganti del web una informazione attendibile, verificata, coinvolgente ed empatica, tale da instaurare un rapporto di fidelizzazione stretto tra medico, paziente, farmaco e brand.
I PSP. Ovvero i Patient Support Program realizzati da Upvalue, vanno proprio nella direzione dell’edutainment. Sono infatti dei percorsi integrati di “education & entertainment” multicanale cui partecipano azienda, medici e pazienti. Questi hanno l’obiettivo ‘salutare’ di fornire informazioni e consigli sul vivere sano che messi costantemente in pratica, in affiancamento alla terapia prescritta del medico, possono contribuire a potenziare la salute e il benessere. I PSP sono piattaforme digitali sviluppate da personale esperto in grado di accompagnare il paziente in percorsi interattivi finalizzati al miglioramento del Patient Journey, un ‘viaggio’ specificatamente dedicato alla buona salute. I PSP rappresentano quindi un ulteriore punto di contatto tra medico e paziente: uno strumento che non va a influenzare in alcun modo le scelte terapeutiche che restano prerogativa del medico, ma che intende valorizzare e promuovere la partecipazione attiva del paziente (Patient engagement) al proprio percorso di cura e di miglioramento della salute.
I pazienti e i caregivers che si registrano ai PSP di Upvalue potranno ‘entrare in un circuito’ che consentirà loro di ricevere risposte alle diverse FAQ, ma anche articoli di facile comprensione, ebook, quiz, infografiche e gaming per essere sempre più informativi su tematiche precedentemente affrontate con il medico in sede di visita ambulatoriale e sentirci più motivati a proseguire nel percorso di educazione alla salute. Il tutto a favore di una migliore educazione al consumatore/paziente e un maggiore coinvolgimento del medico il quale sarà così in grado di creare un legame ancora più empatico ed esclusivo con i propri assistiti, con benefici che ‘coinvolgono’ anche l’apprezzamento del prodotto terapeutico proposto e dunque il brand.
Upvalue costruisce specifici programmi di engagement, funzionali e accattivanti, dedicati al miglioramento dell’aderenza alla terapia dei pazienti e destinati a fornire al medico un valido sostegno nella relazione con i suoi pazienti.
Vanni Vischi
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