App mediche, perchè stentano a decollare? Il mercato è già saturo?
Delle quasi 1800 m-health app disponibili per Apple App Store e Google Play Store per la gestione del diabete, solo una sessantina (3,3%) viene utilizzata con continuità, almeno una volta al mese, le altre sono state più o meno rapidamente abbandonate. Eppure il diabete è la patologia cronica per la quale ci si aspetta il maggior vantaggio dalle applicazioni mediche, seguita da obesità e ipertensione. Ne è convinto il 73% degli sviluppatori di app e la potenzialità del mercato trova terreno fertile nei 135,5 milioni di pazienti diabetici e professionisti di questa area terapeutica muniti di smartphone e quindi dello strumento essenziale per qualunque app. Allora, perchè la passione per queste app mediche svanisce così rapidamente?
L’intero mercato delle m-health app in difficoltà
Il problema non riguarda solo il diabete, ma l’intero mercato delle app dedicate a pazienti e professionisti della salute. Se da un lato continua a crescere in modo vertiginoso il numero delle app mediche sviluppate (+57%), sfiorando nel 2016 le 260.000 unità, dall’altro l’incremento dei download è molto più timido (+7%, 3,2 miliardi), ma soprattutto indica un andamento decisamente in frenata rispetto agli anni precedenti, quando il balzo in avanti era del 35%. La maggior parte degli sviluppatori, come evidenzia uno studio recente di research2guidance, non è soddisfatto dei risultati ottenuti e nella maggior parte dei casi le m-health app non rappresentano ancora una garanzia di fatturato né un elemento di business trainante. E’ una questione di saturazione, e quindi di offerta che supera addirittura la richiesta, o di altro?
Dai problemi delle app mediche gli scenari futuri
TIPOLOGIA AZIENDE- Alla base di questo lento decollo, vi sarebbe, almeno in parte, la scarsa specializzazione delle aziende nel settore medico/sanitario. La maggior parte degli sviluppatori delle m-health, secondo la fotografia scattata da research2guidance, sono infatti aziende Hi-tech. Questo contribuisce a rendere più difficile l’identificazione dei bisogni dei pazienti e dei professionisti della salute, a cui potrebbero rispondere le App. La soluzione, come già sta accadendo, sembra essere l’unione delle competenze e quindi la stipulazione di partnership tra Hi-tech e aziende farmaceutiche o di dispositivi medici e le istituzioni. Un esempio è la collaborazione tra Medtronic e IBM Watson e Glooko per la gestione del diabete.
VALIDITÀ e ATTENDIBILITÀ – servono normative
La scarsità delle prove di efficacia, in linea con i criteri della medicina basata sull’evidenza, contribuisce allo scetticismo dei medici e di tutti i professionisti della salute. Sono infatti pochissimi, circa 300, gli studi clinici, che finora hanno indagato l’efficacia di app in termini di miglioramento effettivo per i pazienti, i medici o gli ospedali in termini di migliore prevenzione, gestione della malattia, migliore qualità di vita o riduzione dei costi sanitari (report IMS Institute for Healthcare Informatics). Le aree terapeutiche più esplorate sono quelle dei disturbi mentali (19%), il diabete (14%), le patologie cardiovascolari (8%), la gestione del peso (8%) e l’oncologia (7%), come evidenzia un recente studio di IMS Institute for Healthcare Informatics. L’elevata prevalenza (75%) delle istituzioni, come promotori di questi trial clinici, è certamente indice di serietà e rigore, ma il numero complessivo degli studi è ancora troppo limitato per essere significativo. Il problema non riguarda infatti la serietà di questi studi, ma piuttosto la totale mancanza per molte delle app presenti sul mercato e dell’assenza di criteri che garantiscono la qualità all’utente finale, almeno per le applicazioni che non ricadono nella classificazione dei dispositivi medici. Secondo la Direttiva 93/42/CEE, vengono considerati dispositivi medici i “software cosiddetti stand alone destinati ad essere impiegati per finalità diagnostiche e/o terapeutiche, nonché accessori all’utilizzo di un dispositivo medico” e come tali, le applicazioni “dovranno essere progettate e prodotte in modo che il loro utilizzo non comprometta lo stato clinico o la sicurezza dei pazienti, né la sicurezza e la salute del personale sanitario ed eventualmente di terzi”.
SICUREZZA DATI SENSIBILI e PRIVACY – Anche il livello di sicurezza e tutela della privacy non sembra essere soddisfacente. Secondo uno studio condotto dall’Imperial College di Londra, praticamente nessuna (9 di 79) delle applicazioni mediche valutate e pubblicate sul sito NHS inglese codifica correttamente sullo smartphone i dati relativi alla salute e di queste un terzo invia i dati personali attraverso internet senza alcun sistema di codifica cifrati. Solo la metà delle applicazioni è dotata di policy sulla privacy, ma non specifica quali informazioni personali vengono trasmesse in internet. Il 20% delle applicazioni, inoltre, trasmette dati sensibili su internet senza alcuna privacy.
UTILITÀ e RISPOSTA A BISOGNI REALI – La metà delle app mediche disponibili hanno funzionalità limitata, sono spesso l’interfaccia mobile del sito web (troppo orientate a spingere/rinforzare il brand) senza grandi vantaggi aggiunti per medici e pazienti. Queste app, inoltre, rispondono a singoli bisogni:
- informazioni nei diversi formati (testo, foto, video)
- istruzioni (es. guide all’uso di un prodotto)
- cattura dati (diari di bordo, calcolatori)
- promemoria
- comunicazioni tra pazienti e professionisti della salute
Le applicazioni più recenti tendono ora ad essere più complesse, o dovremmo dire più complete, collegate a dispositivi medici e a sensori, integrate in veri e propri ecosistemi e proprio per questo più apprezzate. Ne sono esempi i glucometri One Touch Reveal, Accu-Check Connect i cui dati possono essere esportati e integrati nelle piattaforme MySugr, OnDrop o Gloooko. In questo modo, le applicazioni offrono un vero e proprio servizio ai pazienti, consentendo ad esempio l’analisi retrospettiva dei dati, il coaching personalizzato e il supporto alla terapia prescritta.
INTEGRAZIONE CON SISTEMA SANITARIO – La leva che può davvero fare da volano sembra essere l‘integrazione delle applicazioni nel sistema sanitario e quindi in quello che gli inglesi chiamano il “patient journey”, creando un unico luogo di incontro e di dialogo tra medico e paziente.
Perchè questo avvenga però, devono essere soddisfatte tutte le altre caratteristiche descritte sopra e… così il ciclo riprende.
Controtendenza rispetto al mercato delle applicazioni IOS/ANDROID, il nostro team digitale ha sviluppato nuove piattaforme di BRAND e DISEASE MANAGEMENT per il paziente e a supporto del medico basate su tecnologia web e integrate con tutti i canali di engagement oggi realmente efficaci: email, sms, notifiche push dei browser e chatbots.
Questo ci sta consentendo di raggiungere un pubblico più vasto ed eterogeneo per età, integrando queste piattaforme nelle strategie multichannel delle aziende farmaceutiche perseguendo obiettivi educazionali, di health-training, motivazionali e di aderenza alla terapia.
Per maggiori informazioni guarda il video di seguito o contattaci per una presentazione demo.
Vanni Vischi
Categorie
Articoli recenti
- Digital health: 5 trend del 2023
- SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE: IN SANITÀ SI PROMUOVONO LE SOLUZIONI DIGITALI
- TRIAL CLINICI DECENTRALIZZATI DA REMOTO: IL PAZIENTE AL CENTRO DELLA RICERCA CLINICA.
- SALUTE E METAVERSO: UN MONDO VIRTUALE IN SANITÀ?
- SANITÀ PIÙ SOSTENIBILE POTENZIANDO MEDICINA TERRITORIALE E DIGITALIZZAZIONE