CAMPAGNE DI DISEASE AWARENESS: LA PREVENZIONE È ON-LINE!
La tecnologia digitale e il web sono al servizio della salute, in primo luogo aiutandoci a capire, prevenire e curare molte serie patologie
Cos’è una campagna di sensibilizzazione sulla malattia?
Tutto ebbe inizio con “Le giornate… “. Organizzate in tutta Italia (ma si tratta di eventi comunicativi spesso di portata globale) per lo più da onlus e associazioni di pazienti, sono giorni dell’anno dedicati a diffondere informazioni su specifiche malattie/sindromi/condizioni patologiche, associate o meno a vendita di gadget per raccolta fondi. Le campagne di disease awareness sono, quindi, un modo per far sapere a quante più persone possibile che esiste una data malattia, che ci sono persone più a rischio di ammalarsi, e che sono disponibili rimedi di prevenzione o di cura a cui si può ricorrere. Tutto questo nelle piazze delle nostre città. La gittata di questo tipo di campagne è pertanto limitata nel tempo e nello spazio fisico. Possono risultare efficaci nel sollecitare un interesse non superficiale solo nel momento in cui la presenza dei banchetti informativi sia supportata da un marketing più sofisticato, che coinvolga testimonial popolari (influencer, personaggi del mondo dello spettacolo o dello sport), e si articoli in eventi di vario tipo (concerti, sfilate, manifestazioni sportive ecc.).
C’è un altro tipo di disease awareness campaign: quella “pubblica”, ovvero promossa dal Ministero della Salute. In questo caso, in genere viene usato preferenzialmente il canale televisivo in associazione ad altri mezzi informativi che possono includere la stampa e i social media.
La tecnologia digitale e il web offrono però piazze virtuali ben più vaste per campagne di disease awareness permanenti, sia pubbliche che promosse da soggetti privati. Campagne che offrano contenuti informativi di qualità sulla patologia da porre sotto i riflettori, e che creino un ponte comunicativo reale tra pubblico/utenza, professionisti sanitari e associazioni di pazienti. Un tipo di marketing etico che punti all’engagement dell’utente/paziente e dei caregiver e arrivi a centrare un obiettivo primario: aumentare in termini statisticamente rilevanti il numero delle persone che NON si ammaleranno di quella malattia, o che ne guariranno perfettamente, o che ne eviteranno le peggiori conseguenze. Vediamo come.
Campagne di disease awareness digitali: come funzionano?
Progettare una campagna di disease awareness via web, o, in generale, puntando sul digitale, è un tipo di attività di marketing e comunicazione sanitaria che aggancia più soggetti e si muove su più fronti. Ecco gli step principali:
- Si individua “l’oggetto” da far conoscere (una malattia o la complicanza di una condizione, una dipendenza patologica). Essenziale che sia quanto più circoscritto
- Si individua il potenziale target di utenti e/o caregiver a cui rivolgere il messaggio della campagna. Questa indagine “di mercato” è molto delicata. Affinché il messaggio arrivi ai giusti destinatari, occorre avere ben presenti le caratteristiche, lo stile di vita, le abitudini e le tendenze di chi sia a rischio di ammalarsi della patologia o della dipendenza di cui vogliamo trattare. Per questo può essere utile richiedere dati e statistiche demografiche. Usare i social network per proporre dei sondaggi è utilissimo in un secondo momento, avendo già una landing page ben strutturata.
- Si scelgono i partner: enti pubblici o privati (università, fondazioni, comuni, strutture sanitarie ecc.), associazioni di pazienti ecc.
- Si individuano soggetti finanziatori, che possono avere interesse a supportare la campagna
- Si studiano loghi, nomi e slogan.
- Si mette a punto il progetto e lo si sviluppa, cosa che comporta la realizzazione di portali web tematici, di pagine social, di app. Diventa importante usare strumenti di CTA (survey e questionari) per portare l’utenza ad iscriversi per ricevere i risultati e successive newsletter informative.
- Si riempiono i canali scelti di contenuti qualitativamente impeccabili, facili da comprendere per tutti, validati scientificamente, organizzati sotto il profilo grafico in modo accattivante e caratterizzato.
- Si promuovono tutti gli eventi esterni collegati con la campagna che stiamo realizzando, sia nelle “giornate” dedicate, che per tutti gli altri tipi di manifestazioni di corollario.
- La campagna di sensibilizzazione può diventare permanente, così come l’asse di collegamento con i partner.
È importante specificare che nessuna campagna di sensibilizzazione sulle malattie può farsi promotrice e pubblicizzare l’uso di farmaci o prodotti farmaceutici specifici. Lo scopo deve restare quello di fornire ad un vasto pubblico di utenti, con particolare attenzione ad indirizzare il messaggio verso i più vulnerabili alla malattia, tutte le informazioni utili a promuovere in loro un comportamento virtuoso. Per questo occorre puntare su una comunicazione quanto più possibile:
- Accurata e aggiornata
- Validata da un comitato medico-scientifico
- Di facile e rapida comprensione anche per chi non abbia grande dimestichezza con i canali telematici. Devono apparire ben chiare le parole chiave che ruotano intorno al problema di salute: sintomi, fattori di rischio, complicanze, diagnosi, cure disponibili e consigli di prevenzione.
- Equilibrata. Il tono non deve essere allarmistico, ma neppure troppo leggero.
Perché le campagne di disease awareness sono così importanti?
In ambito medico non esiste verità più assodata del detto: “Prevenire è meglio che curare”. Le campagne di disease awareness hanno esattamente questo scopo. Sotto il profilo economico, si investe in informazione per risparmiare sulle cure. Pensiamo a patologie croniche diffuse come il diabete, ai tumori, alle malattie cardiovascolari indotte da ipertensione, ipercolesterolemia, sovrappeso. Il carico di malattia da cattive abitudini è talmente elevato nei paesi ad alto reddito, da essere considerato il primo fattore modificabile che incide sulla mortalità. Ed è anche il fattore che alla lunga pesa maggiormente sui SSN. Ecco perché investire su una “buona” ed efficace comunicazione, che arrivi in modo diretto al target che deve ricevere quel messaggio, è la migliore delle strategie di prevenzione sanitaria possibile.
Vanni Vischi
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