Digital Health Storymap: uno strumento innovativo per il cittadino-paziente
Oggi non si fa altro che parlare d’integrazione tra tecnologia e assistenza sanitaria e non passa giorno in cui non si annunci o non sia presentata una novità (app, dispositivi indossabili, telemedicina, etc.). Resta però una domanda aperta che riguarda i destinatari finali di questi mezzi: “Quanto sono realmente in grado di comprendere le caratteristiche delle tante alternative sul mercato, confrontarle tra loro e scegliere quali siano le più adatte alle loro esigenze di prevenzione e/o cure?”
Le aziende farmaceutiche e le istituzioni sanitarie vivono una fase storica non facile per quanto riguarda la loro capacità di comunicare con l’esterno. Come in tutti i momenti in cui ci si deve confrontare con il cambiamento, il nodo sta nel riuscire a trovare un punto di contatto/dialogo coni propri interlocutori.
In questo caso si parla della generazione dei cosiddetti millenials (argomento da noi affrontato in questo articolo) che è decisamente attiva su più livelli nell’informarsi. Questi utenti, tra i quali annoveriamo anche i professionisti sanitari, non sono così facili da accontentare, sempre di più alla ricerca di un’esperienza che li informi coinvolgendoli.
Le principali scommesse del futuro, quindi, devono riguardare la creazione di servizi in grado di incuriosire per i loro contenuti, la loro fruibilità e, soprattutto, la facilità di comprensione della loro ragione d’uso.
Se non possiamo negare che l’healthcare è uno dei contesti più indicato nel fornire spunti e impulsi per la progettazione e la diffusione degli strumenti digitali, non è detto che il potenziale in termini di risorse umane ed economiche sia stato valorizzato in pieno.
Per evitare che ciò che è disponibile sul mercato non sia conosciuto dalle masse o sia utilizzato solo in parte senza poter esprimere in pieno il suo potenziale, due soggetti presenti all’interno del settore (con ruoli tanto diversi quanto complementari) hanno deciso di unire le loro esperienze.
Ci riferiamo a XLHEALTH, venture capital tedesco specializzato nella creazione di start-up intorno a idee nuove che mirano a integrare l’uso degli strumenti informatici in ambito sanitario, e a RAZORFISH HEALTHWARE INTERNATIONAL, realtà italiana che nasce come agenzia di comunicazione rivelando, nel tempo, una spiccata sensibilità verso le dinamiche di interazione tra i vari attori coinvolti nella gestione della salute.
In una recente intervista, il presidente Roberto Ascione ha rivelato che stanno collaborando con Stamplay, altra realtà italiana specializzata nella produzione di app, per migliorare progettazione, realizzazione e gestione di app destinate a una fase molto delicata del percorso di cura come il rapporto tra medici e pazienti.
Tornando all’intuizione avuta da HEALTHWARE con XLHEATH, è di una semplicità estrema in termini di principio, ma rappresenta un salto di qualità notevole permettendo una visione a 360° dei soggetti che si muovono in ambito healthcare e di come cerchino in accogliere i bisogni di medici e pazienti.
Nel momento in cui il pubblico ha l’esigenza di capire quale strumento tecnologico lo possa potenzialmente affiancare nella sua quotidianità (per mantenere uno stile di vita adeguato piuttosto che per il monitoraggio della terapia), ciò che gli può venire più facilmente e immediatamente in supporto è una piattaforma online che lo aiuti a districarsi nella galassia di possibilità che gli si presentano quando inizia a fare le sue ricerche.
Digital Health Storymap è esattamente questo. È stata concepita per catalogare le start-up, non i singoli dispositivi o app. Permette agli utenti, attraverso un apposito filtro, di risalire direttamente a coloro che hanno concepito i prodotti e al loro catalogo.
Ulteriore elemento innovativo di questo filtro è l’utilizzo di criteri diversi da quelli che più tradizionalmente ci si potrebbe aspettare, cioè le patologie. Come mostrato dalle immagini, le quali rappresentano l’homepage del sito, le chiavi d’accesso principali appartengono alla sfera relazionale, al rapporto medico-paziente da un lato e paziente-percorso di cura personale dall’altro.
Nella barra inferiore, inoltre, sono presenti modalità di ricerca che hanno come riferimento le parti del corpo e il momento della giornata (o la geo-localizzazione della start-up) che possono ulteriormente arricchire l’esperienza di chi naviga una volta che il numero delle app sarà cresciuto e con esso la loro diversificazione.
In estrema sintesi, si tratta del primo tool in grado di restituire in tempo reale un quadro esaustivo di tutto ciò che è disponibile in termini di prodotti digitali consentendo al pubblico di comprendere quanto possano aiutarlo nel prendersi cura della sua salute. Un esempio eccellente di divulgazione che passa attraverso il principio della user experience.
Vanni Vischi
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