Ripensare il mondo e la salute degli esseri umani dopo la pandemia da Covid-19 è una sfida a cui non possiamo sottrarci. Scopriamo i principali settori su cui agire puntando sul digitale

DI COSA PARLIAMO IN QUESTO ARTICOLO

  • PROTEGGIAMO IL PIANETA
  • SUPERIAMO IL DIGITAL DIVIDE
  • INVESTIAMO IN INNOVAZIONE GREEN E DIGITAL
  • PUNTIAMO SU SSN INCLUSIVI ED EFFICIENTI

PROTEGGIAMO IL PIANETA

Una infezione virale diffusa in tutto il pianeta ci ha messo KO. Da una crisi sanitaria di questa portata si può uscire solo progettando con lungimiranza uno scenario futuro in cui siano minimizzati i rischi che un evento del genere possa ripresentarsi. La soluzione sta nell’applicare il paradigma One-health ad ogni livello, ponendolo al vertice delle policies da attuarsi da qui al 2030. Cosa significa? Schematizzando:

  • Avere ben chiaro il concetto che la salute degli esseri umani e animali, e di tutti gli organismi viventi della terra sono legati indissolubilmente e interdipendenti
  • Coinvolgere tutti i professionisti che possano contribuire a stabilire piani nazionali e internazionali di cooperazione sulla base dei principi One-Health
  • A livello nazionale, creare della Commissioni sanitarie permanenti per la prevenzione delle zoonosi, che si coordinino allo scopo di impedire che si propaghino infezioni da spillover(salto di specie). L’obiettivo primario principale dell’approccio One-Health è, però, impedire che si creino le condizioni di squilibrio antropico che favoriscono le zoonosi

Enti e Organismi governativi e extra governativi, autorità nazionali e internazionali, tutti possono collaborare alla difesa della salute globale del pianeta usando la tecnologia digitale per comunicare, per trasmettersi informazioni importanti in modo protetto, per raccogliere dati e condividerli in tempo reale e senza dispersioni, per agevolare il lavoro interdisciplinare e globalizzarlo.  La protezione del pianeta, viaggia on-line.

SUPERIAMO IL DIGITAL DIVIDE

Una delle più grandi disparità nel mondo – che esacerba l’emarginazione di chi sia già in condizione di fragilità – è il digital divide. Pochi numeri per capire l’ampiezza del fenomeno:

  • Nel mondo il 41%della popolazione non ha alcun accesso a Internet
  • L’Asia è il continente dove l’accesso alla rete è minore e più frammentato, per ragioni tanto economiche quanto politiche
  • In Italia il divario digitale è meno marcato e dovuto per lo più alla non capillare copertura di Internet sul territorio nazionale, alla disparità nell’accesso a strumenti digitali adeguati, e alla ancora insufficiente educazione informatica. Questo, nonostante oltre il 70% della popolazione ogni giorno si colleghi alle rete con almeno un dispositivo

Il digital divide diventa un problema nel momento in cui preclude la possibilità per tanti pazienti allocati in località remote rispetto a Centri medici, o limitati fisicamente negli spostamenti, di poter usufruire dei servizi sanitari da remoto. La telemedicina e gli strumenti di e-Care, infatti, sono pensati per potenziare l’offerta sanitaria e porre il paziente al centro del suo percorso di cura, migliorando indicatori chiave quali l’engagement e l’aderenza alle cure, ma senza un collegamento alla rete non si possono realizzare. Ecco perché puntare sulla digitalizzazione in ambito sanitario è una priorità. Significa formare personale in grado di usare al meglio le nuove tecnologie informatiche e gli strumenti di intelligenza artificiale, e significa globalizzare la rete anche per consentire una migliore condivisone di cruciali informazioni sanitarie tra medici e specialisti distanti tra di loro. Significa, soprattutto, dare a tutti gli abitanti del pianeta la stessa possibilità di essere curati, supportati e monitorati dai loro medici, nelle proprie case. Un “lusso” che deve diventare normalità nell’ottica di prevenire i rischi sanitari connessi con lo spostamento e l’accorpamento di persone con patologie potenzialmente contagiose nei luoghi di cura.

INVESTIAMO IN INNOVAZIONE GREEN E DIGITAL PER L’AMBIENTE

Nel lavoro, nella vita quotidiana, nel tempo libero, tutte le attività umane devono smettere di costituire un pericolo per l’ambiente, e conseguentemente un rischio per la salute. La recentissima conferenza sul cambiamento climatico di Glasgow (COP 26), si è formalizzata su quattro macro obiettivi da raggiungere per evitare il tracollo nel prossimo futuro:

  1. Bloccare l’aumento della temperatura globale a 1,5° C in più rispetto all’epoca preindustriale
  2. Aiutare i Paesi a maggior rischio climatico ad adattarsi alla transizione ecologica
  3. Finanziare le misure di innovazione green per limitare i danni del cambiamento climatico ed innescare un’inversione di tendenza da parte dei Paesi ad alto reddito
  4. Collaborare!

Questi ottimi propositi si possono tradurre in buone pratiche soprattutto investendo sull’innovazione ecologica e sulla transizione digitale. La tecnologia informatica connette le persone e offre servizi di cura e condivisione di dati limitando lo spreco di risorse già scarse. Mobilità green, risparmio energetico, taglio delle emissioni di CO2 e gas serra, politiche agricole non impattanti sull’ambiente, riciclo dei materiali e raccolta differenziata dei rifiuti sono già in essere in molti Paesi della UE. Anche l’Italia, ci prova bene.

PUNTIAMO SU SSN INCLUSIVI ED EFFICIENTI

La pandemia da Covid-19 ha dimostrato concretamente che la “forza” di un SSN (Sistema sanitario nazionale) sta nella sua capacità di essere tanto efficiente nella normalità, quanto pronto nell’affrontare le emergenze. Il post pandemia ci impone di investire su sistemi sanitari che:

  • Siano delocalizzati, inclusivi, e integrati secondo un sistema phygital(in parte fatto di strutture fisiche, in parte di servizi virtuali)
  • Siano digitalizzati per rendere omogeneo l’accesso a prenotazioni, cure e controlli da remoto (tramite televisite e teleassistenza) ad una popolazione che è fatta di tanti pazienti fragili
  • Risparmino in tempo, denaro e pratiche burocratiche ma non sui servizi, non sulla ricerca, non sulla formazione
  • Facilitino la condivisione di informazioni mediche, dati e statistiche tra specialisti attraverso la tecnologia informatica e in particolare l’implementazione delle piattaforme digitali
  • Siano realmente paziente-centrici. La via digitale e la diffusione della telemedicina e dei servizi di e-Care consentono alle persone di migliorare il rapporto con i propri medici di riferimento, limitando o azzerando le barriere fisiche, geografiche, burocratiche e socio-economiche che rendono l’accesso alle cure troppo spesso “rocambolesco” e deficitario.

 

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